Garze mediche trovate nella casa di una persona defunta. Spille da balia arrugginite. Variegati pezzi di carta e cartacce. E macchie. Macchie di unto, macchie di inchiostro, di the, caffè, fango e chissà cos’altro. Le macchie non sono nulla, eppure esistono. E per lo più imbarazzano, creano disordine e fastidio. Non solo la tovaglia, si macchia. Anche la reputazione. E, in un’accezione più ampia che è quella che propongo con quest’opera, anche l’anima: la vita, le fatiche, i dolori lasciano tracce. Macchie spesso indelebili delle nostre stanchezze, delle nostre vergogne, dei nostri turbamenti e delle nostre debolezze. Ogni macchia ha un nome, basta cercarlo.