Affrontare l’esistenza significa esporsi a quel calvario che infligge un dolore quotidiano e può rimuoversi attraverso una sorta di liturgia del dimenticare che interagisce con la conseguenza di un percorso delle strutture mentali e comunicative che trovano la messa in atto attraverso dei capisaldi e alcuni momenti taumaturgici.

Forse, tali appigli, si traducono in una successione rovesciata, attraverso il connubio di una prolifica cornice degna di note, di postille, di riferimenti, di promesse straripanti e di una profonda investigazione circa l’esigenza di autenticità.

Risulta quasi una trasparente metodologia di un umanesimo del possibile, fustellato, anarchico, autentico, dalla cui testimonianza scompare la poetica di ogni trasparenza e si srotola l’inafferrabile essenza della vita, quella vita che senza amore ma soprattutto senza possibilità, pesa quanto un condensato d’inutile materia sulla bilancia dell’universo.

Facing existence means exposing oneself to that calvary that inflicts daily pain and can be removed through a sort of liturgy of forgetting that interacts with the consequence of a path of mental and communicative structures that are put into action through cornerstones and some thaumaturgical moments .

Perhaps, these holds translate into an inverted succession, through the combination of a prolific frame worthy of notes, annotations, references, overflowing promises and a deep investigation into the need for authenticity.

It is almost a transparent methodology of a humanism of the possible, punched, anarchic, authentic, from whose testimony the poetics of all transparency disappear and the elusive essence of life unravels, that life that without love but above all without possibility, weighs as much as a condensed of useless matter on the scales of the universe.