Gianfranco Basso Italy Mix Media

L’ opera non è un solito specchio nel quale ognuno di noi è abituato a guardarsi,  la superficie riflettente é  capace di restituire una visione frammentata, è un grande puzzle che non ha una soluzione definitiva.

Le 650 piastrine metalliche che la compongono “vedono” la realtà ognuna a modo proprio, in base alla loro inclinazione, chi si avvicina all’opera vedrà la propria immagine deformata, non aderente alla realtà.

Le piastrine identificative hanno perso il ruolo primario, cioè dare informazioni sulla nostra identità, sono vuote, lucide e brillanti. Nell’ insieme tutte concorrono a trasmettere in modo falsato e distorto qualsiasi cosa li sta di fronte.

L’opera suscita nello spettatore lo stimolo a ricostruire la propria identità, non in modo figurativo cercando di rimettere a posto gli elementi del puzzle, sarebbe difficile capire quali e quanti pezzi si hanno a disposizione.

Ora più che mai è importante riflettere sul proprio IO in una società post-moderna in cui si manifesta la progressiva perdita dei confini identitari (soprattutto culturali, religiosi, etnici) degli individui e delle collettività.