Disegno e scrivo, se qualcosa non mi torna, tendo a rimuginarci sopra, in modo circolare, ripetitivo. I problemi, sì, li metto per iscritto. Bizzarro? Possibile, ma nulla rappresenta meglio il mio pensiero di “visto da vicino nessuno è normale”, cantava Caetano Veloso. Inquietudini, ma anche tutto ciò che mi passa per la mente, lo butto giù, come una litania, un mantra, una sorta di dripping di parole, lasciate colare sulla carta.
E’ un rimando a forme dall’equilibrio improbabile, antropopalafitte, strani pilastri fortemente allungati, distorti, aberrati. Dei boschi passati sono rimasti solo lunghi tronchi senza rami, un canneto, sterpi, groviglio forse ostile e inestricabile, ma protezione anche. Asole come occhi, pali sottili, neri, andamento incerto ma resistentissimo, righe nere come scolpite.